Abbiamo incontrato Vivian Coser e Giacomo Garziano, due dei designer coinvolti con le loro opere nella mostra Full/Empty, curata da Raffaello Galiotto per la kermesse veronese

A Veronafiere dal 24 al 27 settembre, anche questa nuova edizione di Marmomac ospiterà una serie di eventi culturali concepiti per promuovere usi innovativi del materiale lapideo, enfatizzandone le applicazioni più all’avanguardia. Epicentro della sperimentazione sarà, come sempre, il Padiglione 10, The Plus Theatre, curato nel concept da Giorgio Canale. Tra le varie mostre, quella curata da Raffaello Galiotto, “Full/Empty”, coinvolgerà designer internazionali e aziende del settore in una serie di realizzazioni capaci di mettere in luce come le nuove lavorazioni a controllo numerico permettano oggi opportunità inedite in termini di precisione, riproducibilità tecnica e utilizzo dello scarto.

Il racconto di due artisti protagonisti

Abbiamo intervistato due dei progettisti coinvolti: Vivian Coser, i cui sgabelli Bo Stool realizzati con Antolini omaggiano, aggiornandola, l’estetica dello sgabello Sesc di Lina Bo Bardi, e Giacomo Garziano che, in collaborazione con Margraf, presenta “Omne Vivum”, opera che prende ispirazione dall’uovo cosmico, oggetto senza tempo che simboleggia l’essenza della creazione.

Vivian Coser e le sue creazioni leggere e fluttuanti

Nonostante siano realizzati in marmo, i tuoi Bo Stool restituiscono un’impressione di grande leggerezza. Come sei riuscita a ottenere questo risultato?

Nel corso degli anni ho ampliato la mia ricerca trasferendo in essa tutta la leggerezza che anche la pietra può offrire. Questa caratteristica appartiene ormai al mio Dna. Amo trasmettere la sensazione che le mie creazioni siano fluttuanti: la lavorazione conosciuta come “toro” (che conferisce al prodotto un aspetto morbido ed elegante) permette di tagliare la materia prima in modo semplice, esaltando le venature naturali e smentendo il paradigma visivo della durezza.

Cos’è la cosa per te più gratificante nel progettare un’opera in marmo?

Il mio più grande piacere nel lavorare con la pietra naturale è far conoscere la sua estrema versatilità, che mi consente di creare in un modo unico ed esclusivo. Le venature naturali e l'inserimento dei cristalli sono stati creati dal nostro più grande artista, la natura.

Oggi la pietra naturale è riconosciuta come un materiale duttile a cui attingere per gli scopi più diversi. Pensi che la sua versatilità sia stata finalmente indagata a 360 gradi o possono esserci ulteriori impieghi futuri non ancora immaginati?

Non ci sono limiti all'utilizzo delle pietre, credo che sia la materia prima più duttile e durevole al mondo. Con le risorse delle nuove tecnologie integrate nei macchinari oggi presenti sul mercato, le possibilità non fanno altro che ampliarsi. Adoro la pietra!

Giacomo Garziano e la monumentalità unica del marmo

Dal concept si evince che la mostra Full/Empty “esplorerà il rapporto tra il pieno e il vuoto con una serie di opere di marmo realizzate nell’epoca delle nuove strumentazioni digitali”. La tua creazione, Omne Vivum, sarebbe stata realizzabile anche senza le lavorazioni a controllo numerico disponibili oggi?

Omne Vivum trae ispirazione dalle tecniche di manifattura “impossibili” di antiche culture, come quelle di Incas o Egizi. Ad esempio, i muri di Sacsayhuamán dimostrano una precisione ancora misteriosa. A partire dall’ammirazione verso queste realizzazioni, utilizzo la moderna tecnologia per ricreare quella precisione leggendaria. Senza la fresatura robotica attuale disponibile per aziende come Margraf, realizzare Omne Vivum sarebbe stato impensabile, a meno che non mi trovassi in Egitto 12.000 anni e mi chiamassi Toth!

Omne Vivum è stata ovviamente concepita sin dall’inizio per essere prodotta in marmo. Cosa pensi che aggiunga questo materiale al valore della tua creazione?

Il marmo dona a Omne Vivum una monumentalità unica. Le sue proprietà naturali, come massa e peso, sono ideali per l'effetto acustico desiderato nell'installazione. I visitatori potranno “attivare” lo spazio con la loro voce, generando una risonanza unica. Questo aspetto si ispira a siti archeologici come la “Camera del Re” nella Piramide di Cheope o le nostre “Domus de janas” in Sardegna, alcuni dei luoghi che ho visitato nel mondo negli ultimi anni, esplorando il tema dell'archeoacustica che mi affascina profondamente. Ma non voglio rivelare troppo, per lasciare ai visitatori la sorpresa e l'ispirazione.

Marmomac è una manifestazione fieristica che regala grande spazio alle mostre e agli eventi culturali. Pensi che sia una strategia vincente per la promozione dell’industria della pietra naturale?

Marmomac è l'evento più importante per il settore della pietra. Unisce eccellenze globali in un'unica arena di scambio e scoperta. La combinazione di mostre, come “Full/Empty”, e incontri informativi rappresenta il miglior modo di ispirare e educare sia gli addetti ai lavori sia il pubblico. Fu proprio la ricchezza degli eventi a motivare la mia prima visita come ospite”.